La cooperazione è una competenza cognitiva, non un’intenzione morale.
In SP-Formazione la alleniamo ogni giorno, nei gruppi di lavoro, nei laboratori e nei corsi.
Perché non è la mancanza di conflitto a generare collaborazione, ma la capacità di restare dentro il processo anche quando diventa scomodo.
In azienda si parla spesso di cooperazione come di un ideale collettivo. Ma la cooperazione non nasce da un valore condiviso: nasce da un’abilità concreta, che richiede autocontrollo, gestione dell’ambiguità e disponibilità al confronto.
Le neuroscienze sociali mostrano che la cooperazione attiva reti neurali legate all’empatia (corteccia prefrontale mediale, giro temporale superiore, corteccia cingolata anteriore). Ma queste aree funzionano solo se il cervello percepisce sicurezza relazionale.
In altre parole, cooperiamo solo quando sentiamo che non verremo puniti per farlo.
SP-Formazione lavora su questo equilibrio: nei percorsi di team training e nei laboratori esperienziali, la cooperazione non è data per scontata, ma ricostruita ogni volta.
Attraverso simulazioni, giochi di ruolo e pratiche di riflessione condivisa, si allenano i processi cognitivi che la sostengono: attenzione congiunta, riconoscimento reciproco, gestione dei segnali di stress.
La cooperazione è un atto di lucidità: significa rimanere nella relazione anche quando l’istinto vorrebbe ritirarsi.
Per questo, chi la insegna deve prima di tutto praticarla.
Ogni docente SP-Formazione lavora in équipe, si confronta su metodi e scelte didattiche, accetta il disaccordo come parte del processo.
È da qui che nasce la competenza cooperativa: non da un manuale, ma da una pratica quotidiana di ascolto e fiducia.
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